STORIE:
47esimo giorno. Le prime righe che mi è capitato di leggere oggi con un occhio ancora chiuso e l’altro semiaperto mentre tentavo di svincolarmi dalle braccia di Morfeo, sono frutto di una riflessione tanto saggia quanto sofferta. Le ha scritte una persona che ama ballare almeno quanto io amo scrivere, credo, e che dell’amore per il ballo ne ha fatto una ragione di vita e un’opportunità professionale. Passione, svago, lavoro, amicizie: un mix perfetto di emozioni e un percorso di crescita umana che per il mio maestro di salsa erano la realizzazione del sogno di una vita. Fino all’irruzione nella sua e nelle nostre vite, di questo maledetto virus.
“Un giorno di 23 anni fa presi la valigia e me ne andai di casa per correre dietro ai miei sogni. Ho lottato, sudato e, a un passo dal successo, il caso ha voluto che io tornassi qui dove sono nato. Ho dovuto riprendere quella stessa valigia che nel frattempo avevo riempito di esperienza e ricominciare da capo, cambiare prospettiva, pensare di fare dei miei sogni un lavoro che mi permettesse di sopravvivere. Adesso è arrivato per me il momento di ricominciare di nuovo.
Non posso ancora restare a casa ad aspettare…non posso permettermi che arrivi settembre o chissà quale giorno per ricominciare a lavorare. È dura…ma per il momento dovrò abbandonare i miei sogni e guardare la realtà. Non c’è da vergognarsi….da domani sono in cerca di lavoro!!!”
Ti rileggerò, caro Emiliano, se dovesse capitarmi di incontrare qualcuno stanco di aspettare che arrivi il treno, qualcuno che non è disposto a ripensare alle sue scelte, a cambiare direzione per necessità, a cercare un lavoro anche dopo i 40 anni. Penso e compatisco (in senso etimologico cum-pateo, soffro con) quanti si sentono scoraggiati, disillusi, preoccupati per il loro futuro e per quello della loro famiglia. Auguro a chi sta riaprendo quella valigia la determinazione e la dignità con le quali uno spensierato maestro di ballo, abituato a tanti momenti lieti e divertenti, fa outing delle reali prospettive di impiego attuale nel proprio campo ed è pronto a reinventarsi. Accettare la realtà, resettare le proprie aspirazioni…so cosa significa, anche a me è capitato tanti anni fa. Schiena dritta e testa ben salda, sono andata avanti per la strada che giorno dopo giorno sono riuscita a tracciare cadendo, inciampando, facendo tesoro dei fallimenti, scrollandomi di dosso delusioni e pianti amari. Poi, un giorno, quando non me lo sarei più aspettato, quell’occasione è arrivata e ho potuto realizzare la mia aspirazione più grande dal punto di vista professionale. E tornerà ad essere così per tutti gli Emiliano che conosco.
Dopo il netto rallentamento di ieri, le vittime tornano a salire (sono 333), ma per la prima volta dal 16 marzo i ricoverati in terapia intensiva scendono sotto i duemila. Oggi, inoltre, abbiamo appreso che i “congiunti” sono anche i fidanzati, solo se stabili però.
Annalisa Maggi