STORIE:
Nel 1748 la «Communità» di Paliano invitò la giovane “Congregazione della Passione di Gesù Cristo”, fondata da Paolo Danei “della Croce” nel 1737, a stabilirsi a S. Maria di Pugliano, sul luogo dell’antico monastero dei Conventuali soppresso nel 1652. Appassionato ideatore della nuova fondazione fu il sacerdote palianese Don Isidoro Calzelli che stilò anche il memoriale da inviare alla Sacra Congregazione dei Vescovi e Regolari per l’approvazione.
Le petizioni del Consiglio della Comunità, del capitolo della Collegiata e di altri eminenti cittadini, fanno parte dei documenti della causa e sono stati pubblicati da P. Costantino Comparelli nel saggio San Paolo della Croce da Napoli a Roma, Ed. Gutemberg,1994.
Da essi viene fuori un panorama, seppur parziale, della classe dirigente e dello stato della comunità palianese alla metà del XVIII secolo. I primi due documenti sono entrambi del 26 luglio 1748 e hanno lo stesso contenuto, pur essendo sottoscritti il primo dai capipopolo della comunità e il secondo dal clero, dagli ufficiali e da altri eminenti cittadini. In essi si legge: «Noi sottoscritti etc.[…] nativi della Terra di Paliano, ed ivi nutriti, ed allevati, da dove non ne siamo mai partiti, sappiamo benissimo, che gli Eremiti, che sono stati, e stanno nella Custodia dell’Eremo della Chiesa di S. Maria di Pugliano sita nel Territorio di detta nostra Patria, e circa tre miglia distante da Paliano, ànno sempre questuato, e presentemente questuano sì per i Campi in tempo delle raccolte, sì ancora per le Case della Terra ogni volta che ànno voluto, e vogliono. Sappiamo ancora, che il Territorio di Paliano nostra Patria è vastissimo, e puol’ascendere a circa 4000 rubbia, contenendo nella sua giurisdizione cinque grosse Tenute, cioè Castel Mattia, S. Procolo, Masona, Zancati, e Collegianturco, tutte Tenute grosse di due, e trecento, e più rubbia l’una respettivamente; quali Tenute sono respettivamente lavorate, e abitate da molta Gente forastiera, da dove non ne partono quasi mai, ed ànno bisogno della Divina Parola, e dette Tenute sono tutte adjacenti, e vicine a detto Eremo di S. Maria di Pugliano; come anche sappiamo benissimo, che in detta nostra Patria di Paliano non vi è stata mai privativa alcuna di questuare, attesochè qualsivoglia Religione forastiera, e qualunque Eremita forastiere di qualsivoglia Eremo, e Convento sono sempre venuti, e presentemente vengono liberamente questuare per tutte sorte di vettovaglie, tanto di grano, che di vino, oglio, legumi, biade, ed altro, e sono sempre stati in libertà, come vi sono presentemente sì in tempo di raccolte che in tutto il decorso dell’anno […] In fede etc…».
Con una lettera successiva datata 8 agosto 1748, il Prevosto Giovanni Battista Dorascenzi, comunica al Cardinale Vescovo di Palestrina Saverio A. Gentili che, dalla lettura del libro sullo Stato delle Anime, gli abitanti di Paliano sono 3338. Ciò a sottolineare che, la Comunità, sia come numero di abitanti sia come ricchezza può sostenere una nuova fondazione religiosa.
Il 14 ottobre dello stesso anno sono il capitano Romualdo Galli, comandante della Piazza d’armi, e Filippo Cenciarelli, esattore comunale, a perorare la causa passionista affermando: « Noi […] facciamo piena e indubitata fede come la Ducal Terra di Paliano è grasciosissima d’ogni sorte di viveri, talmente che vengono continuamente forastieri da tutti li paesi circonvicini a far qui la loro provvista di grano, biade, orzo e marsatici in tanta quantità che non solamente provvedono per loro stessi per il bisognevole, ma ne fanno loro industria trasportandoli in Roma e in altri luoghi, tanto che a capo all’anno si computano delle molte centinaia di rubbia, considerando tutte le sorti di grascie che si alienano».
Infine due documenti datati 8 e 11 novembre 1748, illustrano la composizione e la numerosità del clero locale, e lo stato di ricchezza della comunità. Sul territorio comunale sono presenti un parroco, prevosto della Collegiata, otto canonici corali, otto cappellani ducali, due chierici beneficiati, due chierici cappellani, sei sacerdoti titolari di cappellanie tra cui quella della Madonna Santissima di Zancati, tre diaconi, due suddiaconi e diciotto chierici. A questi 54 ecclesiastici sono da aggiungere i dodici frati Cappuccini del convento di S. Pietro.
La Fortezza è presidiata da trentasei soldati comandati da un capitano, due alfieri e tre sergenti, mente, disseminate tra il paese e le campagne vi sono otto mole di grano, che sono: La Mola da Capo, la Mola Landi, la Mola del Vescovo, la Mola Moncia, la Mola Santa Maria, la Mola di Squarcitto, la Mola da Pedi e la Mola Marsili.
Vi sono inoltre undici forni da pane di cui, tre nel borgo di S. Anna, due nella contrada del Colle, tre nella contrada della Portella, uno nella contrada della Pigna e due nella contrada della Piazza. A parte si enumera il forno del “pan venale” che è di proprietà della Comunità , con funzioni di calmiere e serve soprattutto la Fortezza e i pastori forestieri transumanti.
I molini da olio sono nove e sono di proprietà Tucci, Colini, Cenciarelli, Scavalli, Galli, Frasca e del Capitolo della Collegiata.
La causa, curata con infaticabile energia da vari benefattori quali l’avv. Generoso Petrarca, il notaio Carlo Calzelli e il sacerdote Isidoro Calzelli, si protrarrà fino al 1750, quando l’apposita commissione formata dai cardinali Albani, Gentili, Cavalchini e Besozzi dà parere favorevole alla costituzione della nuova casa passionista, che tra alterne vicende vedrà finalmente la luce il 23 novembre 1755.
Immagine di copertina: Nicolas Didier Boguet (1755-1839), Veduta di Paliano, disegno ad inchiostro acquarellato.