CULTURA:
Dietro alla decisione del Caravaggio di voler approdare a Malta ci dovettero essere stati di certo i consigli di alcuni suoi protettori come, in particolare, i Colonna, i quali stavano tessendo, a suo favore, una rete più o meno sotterranea di raccomandazioni.
È quindi molto probabile, come ha ipotizzato anche Maurizio Calvesi, che la decisione del Merisi di recarsi a Malta fosse già stata presa, almeno come strategia complessiva, proprio dai Colonna nel periodo in cui il Merisi era stato ‘ospitato’ a Paliano (ma le fonti parlano anche di Zagarolo e Palestrina) subito dopo la sua precipitosa fuga da Roma, il 28 maggio 1606. Sappiamo, tra l’altro, che la marchesa di Caravaggio era molto legata a Paliano. Lo si deduce in particolare da una lettera che Giovan Paolo Marincola (già vescovo di Teano), da Roma, aveva inviato al cardinale Ascanio (che era ancora in Spagna) qualche anno prima, il 9 ottobre 1601. In questa missiva egli, nel parlare dell’impegno di Costanza nel seguire gli interessi economici del fratello assente, così aveva scritto al prelato: « La signora Marchesa è rimasta nella terra di paliano, dove da quel popolo è honorata, et servita con ogni affetto. Se vi ritrovasse qualche pezzo di territorio da poter fondarci un fratoio alla usanza di Lombardia, vi si fermerebbe volentieri, per la sodisfattione di quel luogo; che di là potrebbe facilmente proveder alle cose di Marini, et del’Abbatia [di Subiaco], standone in mezo». C’è da sottolineare il fatto che il cardinale Ascanio, dal 1592, era anche abate commendatario di Subiaco.
Inoltre, in una lettera del 10 gennaio 1602 lo stesso Marincola così aveva informato Ascanio: «È venuto un novo Governatore di Paliano di casa Brancaccio, ch’è molto Servitore di Vostra Signoria Illustrisssima et dela Signora Marchesa». A Paliano, dunque, i Colonna, protettori del Caravaggio e della sua famiglia, potrebbero aver strategicamente pianificato per il pittore una sosta a Napoli come tappa intermedia affinché potesse giungere, in tutta sicurezza, con le galere gerosolimitane a Malta per ottenere il cavalierato. Nella città partenopea il Merisi avrebbe dunque dovuto attendere le galere di Fabrizio Sforza Colonna, il quale, nominato generale della flotta maltese il 22 agosto 1606, sarebbe di sicuro approdato in quel porto durante il suo viaggio di rientro da Barcellona a Malta. In effetti alcune date potrebbero supportare questa ipotesi. Il Caravaggio – secondo la testimonianza del 23 settembre 1606 di Fabio Masetti, ambasciatore estense a Roma – “si trattiene a Pagliano”. Questo ovviamente non vuol dire con certezza che il Merisi si trovasse ancora a Paliano il 23, ma solo che il Masetti ne aveva avuto notizia e ne scriveva in quel giorno: quindi il pittore lombardo potrebbe aver lasciato Paliano anche qualche giorno prima (meno probabilmente qualche giorno dopo). Sappiamo comunque di sicuro che il Caravaggio si trovava già a Napoli il 6 ottobre 1606, giorno in cui sono testimoniati a suo credito dei pagamenti per una pala da dipingere non ancora identificata.
Con ogni probabilità, anche lo stesso Caravaggio e i suoi protettori pensavano che la sosta nella città partenopea non sarebbe durata moltissimo. In realtà il viaggio di Fabrizio, a causa di varie vicissidutini, si protrasse più del previsto, in tutto durò circa nove mesi e mezzo, ed egli riuscì a ritornare a Napoli solo dopo la metà di giugno del 1607. Quindi, uno o più protettori del Merisi riuscirono a ottenere che il pittore venisse accolto dai cavalieri maltesi su una delle loro galere e che soggiornasse a Malta senza che ciò comportasse il suo arresto, perché di fatto, non va dimenticato, i gerosolimitani erano direttamente dipendenti dal papa dal cui Stato il pittore era fuggito per omicidio. È comunque evidente che il percorso che fece il pittore dopo il ‘fattaccio’ romano seguì perfettamente i luoghi dove i Colonna avevano una notevole influenza: i feudi colonnesi attorno a Roma; il regno di Napoli (dove addirittura il marchese caravaggino Muzio Sforza Colonna stava tentando di ottenere un feudo in cambio del marchesato di Caravaggio e della contea di Galliate, motivo specifico per cui la madre Costanza si era imbarcata a Genova, nel maggio del 1607, sulla galera di Fabrizio alla volta di Napoli); e anche Malta, dove era forte l’influenza del cardinale Ascanio Colonna, dal 1594 Priore dell’Ordine a Venezia e, in maniera diversa, di suo nipote fra’ Fabrizio. A favore di Caravaggio si adoperò anche Costanza Colonna che, una volta sbarcata nella città partenopea, ricevette “le visite quasi di tutta Napoli”. In particolare la marchesa si intrattenne a lungo con il “Ricevitore di Malta” fra’ Giovanni Andrea Capece che si stava anche occupando di far imbarcare alcuni ‘ospiti’ sulle galere maltesi. Il ricevitore era un cavaliere che per l’Ordine si occupava della corrispondenza, degli affari riservati e della parte economica, era cioè un vero e proprio amministratore che operava fuori dal convento maltese per conto della Sacra Religione.
Il Caravaggio, dunque, si decise, o fu convinto, ad andare a Malta nel giugno del 1607. È molto probabile che l’artista possa aver preso tale risoluzione soprattutto con la forte e ragionevole speranza (verosimilmente non ancora con la certezza) di acquisire il titolo di Cavaliere con il quale avrebbe potuto riabilitarsi e riscattarsi anche socialmente. Non avrebbe avuto infatti alcun senso per il Merisi abbandonare una città importante come Napoli, che poteva offrire contatti rilevanti e committenze ricche, varie e prestigiose, se non per ottenere l’ammissione all’Ordine . E la richiesta da parte del Caravaggio di assicurarsi l’abito gerosolimitano non fu di certo dettata da un suo ardente fuoco mistico che lo avrebbe spinto a seguire la vita religiosa (e militare) dei cavalieri di Malta, che presupponeva, va ricordato, anche l’adesione “alle virtù morali, e theologiche” e la professione dei “voti sostantiali della santissima Regola, Obedienza, Castità, e Pouertà”, voti (in particolare quello della castità) che non sembrano siano stati particolarmente congeniali al pittore. Quindi non resta che ipotizzare che il Merisi abbia deciso di approdare a Malta per ottenere il ‘risarcitorio’ titolo di Cavaliere, e che il Gran Maestro Alof de Wignacourt, una volta conosciuta la volontà dei ‘protettori’ del Merisi di farlo sbarcare a Malta per ottenere l’abito gerosolimitano, potrebbe aver richiesto ‘contemporaneamente’, e con convinzione, che il Caravaggio, una volta approdato sull’isola, accettasse di dedicarsi a realizzare dei quadri per la Sacra Religione. forse il Wignacourt ebbe già modo di preannunciare, direttamente o indirettamente, che l’Ordine, una volta che il pittore lombardo fosse giunto sull’isola, gli avrebbe commissionato l’importante tela con la Decollazione del Battista che sarebbe stata collocata nell’Oratorio di San Giovanni Decollato (annesso alla Chiesa Conventuale di San Giovanni Battista, ora Co-Cattedrale, di La Valletta) che era in costruzione per volere della Confraternita della Misericordia dal 1602 circa. Si tratta di un dipinto che alcuni studiosi ritengono sia stato poi ‘pagato’ al Merisi proprio con l’esenzione del “passaggio”, cioè della quota obbligatoria che i neofiti dovevano versare per l’ammissione all’Ordine. Molto probabilmente il desiderio da parte del Caravaggio di indossare l’abito di Cavaliere gerosolimitano e la sua ambizione di dipingere a Malta dei quadri importanti per l’Ordine si dovettero certamente rafforzare a vicenda. Ma anche qui, bisogna proprio ammettere, siamo nel campo delle pure ipotesi che solo eventuali futuri ritrovamenti documentari potranno, forse, meglio chiarire o anche smentire.
immagine di copertina: Caravaggio, Decollazione del Battista (dettaglio)
Approfondimenti: Giacomo Berra, Il viaggio della marchesa di Caravaggio Costanza Colonna da Genova a Napoli a bordo di una galera maltese. Lettere inedite. Heidelberg, arthistoricum.net, 2021.