Settembre 1760, Paliano festeggia la nascita di Filippo III Colonna

Settembre 1760, Paliano festeggia la nascita di Filippo III Colonna

STORIE:

Dalla relazione del Viceduca sulla festa popolare fatta in Paliano per la nascita del primogenito del Gran Contestabile Lorenzo II Colonna e di Marianna d’Este:

« 1760, tre settembre: […] Un si prosperoso avvenimento riempiè cotanto di gioia tutto il popolo che ad altro non pensossi, che darne pubbliche dimostrazioni. Già il Capitano della Fortezza fè darne avviso collo strepito di tamburi à suoi soldati, come l’altro Capitano con altri tamburi fece per la Terra all’altra milizia urbana; quindi estratta tutta l’artiglieria da magazzeni col numeroso treno de grossi mortaletti fu tutta appostata nell’ampio recinto col’ordine à Bombardieri di voltare lì più grossi Cannoni verso ponente appunto per rendere più sensibile verso Roma il rimbombo.

Il dì 14 del corrente mese di settembre giorno di Domenica il Reverendissimo Capitolo dell’insigne Collegiata col numeroso Clero, e concorso di quasi utto il popolo dopo il vespero ne cantò solennemente il Te Deum, ed il lunedì mattina susseguente fe’ scoprire la miracolosa immagine della Madonna santissima di Zancati, che si venera nella loro Chiesa, ed ivi fu cantata la Messa di ringraziamento all’Altissimo per un sì fausto avvenimento al loro Principe […]. Alchè il Capitano della Fortezza corrispose col replicato sparo di alcuni pezzi di artiglieria e mortaletti e dal Canto della Gloria sino alla fine. La sera del dì 15, a circa li tre quarti della notte, cominciò a vedersi la vaga illuminazione di fiaccole sulli merli del gran circuito della terra, i di cui Cittadini non può esprimersi con quanta gara abbiano cercato d’illuminare tutte le loro case e balconi.

La Residenza Commmunitativa a’ spese del Pubblico, si vidde tutta illuminata a’ cera.La facciata del Palazzo Ducale viddesi già parimenti illuminata tutta di fiaccole e lanternoni. Li balconi del capitano Galli, del Dottor Saverio Tucci, del Sacerdote Don Nicola Marucci e di Giovanni Angelo Carabella, erano in maniera tale illuminati che rendevano una bella vista al Paese ma anche a’ luoghi circonvicini. Sulla gran piazza del macello viddessi una Colonna tutta illuminata al di dentro e all’interno, eretta da Antonio Battisti, che fu serbata per la Domenica susseguente con l’incendio di un fuoco artificiale. Si vidde poi il balcone del Canonico Albanesi illuminato con sì vago disegno, che tirava tutto il popolo: in mezzo di esso si ergeva una maestosa Colonna tutta illuminata al di dentro, in mezzo cui scorgevasi un vago bambino sedente sulle nuvole che rappresentava il nato Primogenito, ai lati della suddetta Colonna in proporzionata distanza si vedevano due gran medaglioni collo stemma della Eccellentissima Signora Contestabilessa, alli due cantoni si ergevano due proporzionali obelischi illuminati di dentro e dove erano dipinti diversi geroglifici rappresentanti le gesta gloriose de’ Signori Colonnesi, che tutt’illuminati facevano una vaga e dilettevole veduta.

Altrettanto grato all’orecchio rendevagli il suono dei varii istromenti che si sentivano dal suo balcone, e che tratteneva l’affollato popolotutto giulivo. Alle due della notte cominciò il gran sparo dell’artiglieria con una colombina che fu seguita da mortaletti e moschetteria della milizia e al rimbombo de’ tamburi annunziò alli paesi circonvicini la straordinaria allegrezza de’ palianesi per la nascita del loro Principino.

Terminato il lungo e strepitoso sparo viddesi in un subito la stessa Fortezza intieramente per ogni parte illuminata, ne’ due recinti di muraglia erano sì ben collocate le fiaccole che a guisa di due corone cingevano l’interiore del Castello le abitazioni degli ufficiali e le lunghe corsie de’ quartieri corrispondevano a meraviglia, e nel numero, e nell’armonia e singolarmente, la gran torre del maschio, in cui le fiaccole erano più folte.

Quella illuminazione della Fortezza unita a quella della terra, che durò per tre sere continue facevano così ben vedere che tutti gli abitanti de’ luoghi circonvicini uscirono fuori per godere una si vaga illuminazione, e li Palianesi pieni di giubilo andavano gridando per la terra “ evviva, evvia, Casa Colonna”, segno evidente dell’incomparabil fedeltà al loro Principe». (Archivio Colonna, Catalogo Tomassetti)

Filippo III Giuseppe (Roma, 1760-1818) fu l’ultimo dei Colonna di Paliano a godere di pieni diritti feudali sui suoi «Stati». Nel 1780 sposò Cristina di Savoia-Carignano, dalla quale ebbe tre figlie femmine: Margherita, Maria e Vittoria. Persona colta e di mente acuta, con lungimiranza Filippo riordinò le norme giuridiche vigenti nei suoi feudi, adeguandole alla giurisdizione pontificia. In qualità di Gran Conestabile del Regno di Napoli fu l’ultimo ambasciatore straordinario per la consegna della Chinea nel 1787, la fastosa cerimonia con cui i sovrani napoletani, dai tempi di Carlo d’Angiò, inviavano annualmente al papa, in occasione della festa dei Ss. Pietro e Paolo, un cavallo bianco e un tributo in danaro, in segno di vassallaggio.

Nel 1796-98 si mostrò fedele al papato contro l’invasione francese; i governanti della Repubblica romana lo multarono di 80.000 scudi, sciolsero la Milizia colonnese e disarmarono la fortezza di Paliano, bruciandone l’archivio e impossessandosi d’ogni cosa di valore. Filippo III fu costretto a cedere anche molte opere d’arte presenti nella Galleria Colonna. Caduta la Repubblica, il principe di Paliano rioccupò i suoi «Stati», dove istituì due tribunali civili in quello di Genazzano (Marino e Genazzano) e tre in quello di Pofi (Ceccano, San Lorenzo e Supino). Restaurato il potere pontificio dopo il periodo napoleonico, Filippo III, a fronte del motu proprio di Pio VII che gravava i privilegi feudali di oneri fiscali molto pesanti, rinunziò a tutti i diritti feudali su città, terre e castelli nello Stato della Chiesa (1816). Contemporaneamente al venir meno dei diritti feudali, congedò le truppe colonnesi acquartierate nella fortezza di Paliano. Il puro titolo di duca e principe di Paliano fu portato dai successori, a partire dal nipote di Filippo III, Aspreno I Colonna Doria (1787-1847), figlio del fratello Fabrizio a lui premorto, che assunse, oltre i titoli, anche il patrimonio con l’intero fedecommesso dei Colonna di Paliano.

Immagine di copertina: Veduta di Paliano in un affresco del XVIII secolo. Roma, Palazzo Colonna

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