CULTURA:
Per una coincidenza storica a Calendimaggio – l’antica ricorrenza consacrata alla celebrazione della primavera, al risveglio e alla rigenerazione della natura – si celebra anche la festa del Lavoro che risale al 1889 quando il movimento socialista la proclamò in tutto il mondo in onore delle vittime di un comizio sindacale allo Haymarket Square di Chicago, il 1° maggio 1887: in occasione del 19° anniversario dell’ottenimento di una legge sulle 8 ore lavorative istituita nello Stato dell’Illinois, mentre gli oratori parlavano alla folla, una bomba scoppiò tra la polizia. Fu l’inizio di scontri e tafferugli che si sarebbero conclusi tragicamente: alla fine della giornata si contavano dieci morti tra lavoratori e forze dell’ordine. Come succede spesso, si cercarono capri espiatori: vennero acciuffati otto malcapitati e processati da una giuria che non si curò nemmeno di raccogliere prove certe della presunta colpevolezza. Quattro furono impiccati, uno si uccise per disperazione in cella: gli altri tre furono successivamente liberati, nel 1893, non senza polemiche.
In Italia le manifestazioni dedicate alla festa del lavoro iniziarono nel 1891 e continuarono fino al 1923, anno in cui le 8 ore lavorative diventarono legge con un regio decreto. Durante il ventennio fascista la festività venne anticipata al 21 aprile con la denominazione di Natale di Roma-Festa del Lavoro, per essere ripristinata alla fine della guerra come giornata festiva.
Anche nel nostro Paese però questa giornata si è macchiata di sangue perché il 1°maggio 1947 si verificò quella che è passata alla storia come la strage di Portella della Ginestra, località montana del comune di Piana degli Albanesi, in Provincia di Palermo. Qui si erano infatti riuniti circa duemila lavoratori, soprattutto contadini, per celebrare la ricorrenza del 1° maggio protestando contro il latifondismo e a favore dell’occupazione delle terre incolte. In quell’occasione, però, la banda criminale di Salvatore Giuliano sparò sulla folla provocando una carneficina. 11 persone rimasero uccise, 27 furono i feriti. La Strage di Portella della Ginestra è universalmente riconosciuta come la prima strage di Stato dell’epoca Repubblicana. Per quanto la ricerca sui veri mandanti non sia approdata a conclusioni certe, risultano evidenti le responsabilità degli ambienti politico-mafiosi siciliani interessati ad intimidire le masse contadine che reclamavano la terra e avevano premiato il “Blocco del Popolo” nelle elezioni del 1947.
Oggi il 1° maggio, che per tanti decenni è stato il simbolo della «rivoluzione socialista», ha perduto la sua connotazione ideologica per trasformarsi nella festa dell’operosità umana e nell’emblema della speranza che ogni uomo sia stimato non per quel che possiede ma per l’apporto che offre alla comunità secondo il suo talento.
Anche la Chiesa l’ha accettata consacrandola al primo santo «lavoratore», a San Giuseppe. Pio XII istituì nel 1956 la festa di San Giuseppe Artigiano che sostituiva quella del Patrocinio di San Giuseppe sulla Chiesa universale, prescritta da Pio XI nel 1874 alla terza domenica dopo Pasqua e poi da san Pio X il mercoledì precedente. Con san Giuseppe artigiano Pio XII voleva proporre al lavoratore cristiano un modello e un protettore sottolineando nello stesso tempo la funzione del lavoro nella vita dell’uomo e nella storia della salvezza. Tuttavia, siccome non tutti gli Stati celebrano la festa del Lavoro, il nuovo calendario liturgico ha riportato questa data dedicata a San Giuseppe lavoratore, secondo il nuovo titolo, a memoria facoltativa.
Immagine di copertina: Banksi, Lavoro da schiavi, 2012, New York.